giovedì 27 giugno 2013

Credevo fosse una partita di calcio, invece era una semifinale di Confederations Cup

Venti minuti, o poco più, per chiarire ciò che non ho visto stasera su Rai1 durante Spagna-Italia.
Non ho visto la solita Spagna, le furie rosse schiacciassi dei tempi recenti, che dinanzi al muro invalicabile di Maggio-Candreva-Giaccherini hanno contato le ribattute manco avessero affittato per due ore un campo di squash.
Non ho visto il torpore tipico di certe Italie, che aspettavano l'avversario fino a farlo entrare in area e regalargli tutto l'oro del mondo, a parte rare eccezioni di gare ricordate come eventi storici da vhs o dvd appunto perché non sono poi così tante.
Non ho visto il catenaccio.
Non ho visto il tiki-taka, o come cazzo si chiama. Insomma quella fesseria che sta a significare niente meno che il possesso palla prolungato, per il quale i commentatori di calcio nostrani vivono una sorta di rapporto conflittuale: lo odiano, ma se poi gli spagnoli non lo fanno allora gli parte l'embolo e iniziano ad offendere anche la sorella con i baffi di Del Bosque.
Non ho visto i gol di Gilardino, che per carità ha fatto un gran lavoro, ma pure quelli che hanno ristrutturato il palazzo di fronte casa non si sono comportati male, però non per questo c'è chi pensa siano da convocare in Nazionale.
Non ho visto il cartello di zona pedonale che ha dato adito a Pirlo di passeggiare dopo il 60esimo.
Non ho visto dove inizia l'attaccatura dei capelli di Iniesta.
Non ho visto Arbeloa mai così in difficoltà con un avversario come con il temibile Giaccherinho.
Non ho visto la ragione di quell'aneddoto di Bizzotto sui cinque 0-0 dell'arbitro Webb all'esordo in carriera.
Non ho visto il bisogno di far entrare Giovinco solo per rendere l'Italia una squadra della stessa statura internazionale della Spagna.
Non ho visto la solita verve di Montolivo e Aquilani; quella mostrata nelle migliori prestazioni di Pes, per intenderci.
Non ho visto scollature o altri motivi seri per inquadrare a più riprese Shakira.
Non ho visto Dossena allenare.
Non ho visto Pirlo toccare Iniesta quando questi è caduto al limite dell'area.
Non ho visto la faccia di Totti al cucchiaio di Candreva.
Non ho visto nessuno che ha ricordato che l'anno scorso contro la Spagna giocava Thiago Motta.
Non ho visto i motivi per cui a Prandelli sta sul cazzo El Shaarawi.
Non ho visto dove è finito il pallone calciato da Bonucci.
Non ho visto Buffon arrivare ad un rigore spagnolo neanche con l'appoggio dell'Udc di Casini.
Non ho visto le droghe assunte dalla Fifa per scegliere di far giocare un'inutile finale per il terzo posto (per di più alle 13 in un altoforno brasiliano) quando non è prevista nemmeno all'Europeo.
Non ho visto ragioni per essere teso per una tiratissima lotteria dei calci di rigore.
Non ho visto in me la felicità di aver assistito ad un'Italia che ha messo alle corde la Spagna.
Non ho visto alcun rammarico per la sconfitta.
Non ho visto gioia in una (possibile) vittoria.
Non ho visto il clown uscire, ma ho capito di essere al circo.