giovedì 3 marzo 2011

ERIC, RE PER UNA NOTTE

E' l'11 luglio 2006.
E' da poco passata la mezzanotte, e nell'aria e nelle strade di Roma c'è solo e soltanto euforia. Da due giorni va avanti così, ed è plausibile quando succede di vincere una Coppa del Mondo. Ma stasera la bolgia è amplificata fino al delirio: i campioni sono tornati nella loro capitale; per mostrare alla folla il trofeo, per sentire e toccare l'esaltazione che suscita, per essere osannati come a nessun altro uomo potrebbe mai accadere per una vittoria di sport.
E' sempre l'11 luglio.
A poco più di mille km di distanza dalla città di papa Benedetto XVI e papa Totti I, negli stessi momenti in cui a Roma si prendeva a smaltire la sbornia di goduria destinata a durare parecchie settimane, nella città francese di Lione un ragazzo festeggiava amareggiato il suo 27esimo compleanno. Il suo nome è Eric Abidale con la sua nazionale aveva appena perso ai rigori la finale mondiale contro l'Italia di Marcello Lippi.

Eric Abidal ha una storia particolare: originario della Martinica, non cresce in uno dei tanti vivai eccellenti di Francia, ma muove i primi passi nel Lyon-La Duchère, squadra amatoriale dei sobborghi di Lione. Di qui passa al Monaco; due anni dopo va al Lille di Claude Puel, attuale tecnico del Lione, che nel 2004 cede Abidal allo stesso club del presidente Aulas, permettendogli così un ritorno nella sua città natale.
Nel 2007 il definitivo salto di qualità: per 15mln di euro Abidal passa al Barcellona allora guidato da Frank RijkardSpesso titolare, tra prestazioni ottime e altre meno buone il difensore francese si ritaglia uno spazio importante nel club blaugrana, con cui vince praticamente tutto a livello nazionale e internazionale.


Ma in mezzo a tutto ciò tornava a più riprese la solita questione: per qualcuno Abidal è sopravvalutato, e non meriterebbe certi palcoscenici.
Il 17 giugno 2008 a Zurigo la Francia gioca la terza ed ultima partita della fase a gironi del Campionato Europeo che si sta tenendo in Austria e Svizzera. Di fronte ai transalpini ancora l'Italia, ora di Donadoni. Partita decisiva, chi vince va avanti nella coppa.
Al minuto 24' Luca Toni sorprende la difesa della squadra di Domenech e si presenta solo davanti al portiere Coupet. Potrebbe segnare o forse no, nel dubbio Abidal lo stende. Rigore per l'Italia, ed espulsione del centrale difensivo dei galletti, che chiude il suo europeo solo un'ora prima dei compagni.
Ancora una delusione, ancora dubbi del popolo calcistico sulla qualità, espresse solo a tratti, dal difensore francese.
Ma i successi con il Barcellona stellare di Pep Guardiola mettono sempre più in buona luce anche Abidal. Il Barca subisce pochissimi gol e, tra i giganti catalani Piqué e Puyol, Eric si ritaglia uno spazio importante, uno di quelli su cui il mister può sempre contare, anche come centrale oltre che come terzino sinistro. Ed è soprattutto in questa stagione, all'età non più giovanissima di 32 anni, che Abidal sta mostrando appieno tutte le sue doti nel reparto arretrato.


Così quando si acquisisce sicurezza e si diventa pienamente consapevoli dei propri mezzi, si manifestano serate speciali come quella del 5 gennaio scorso, data del ritorno degli ottavi di finale di Coppa del Re.
A Bilbao il Barcellona deve assolutamente segnare, per rimediare allo 0-0 dell'andata al Camp Nou. Ma la Catedral del San Mamès è un ambiente ostico per chiunque, e l'Athletic si dimostra sempre una squadra temibile.
La partita è tiratissima. Nel secondo tempo c'è un corner per i padroni di casa, in area c'è il solito mucchio, e ad un tratto dagli spalti parte una monetina che colpisce Abidal vicino all'occhio. Il gesto lascia un segno sul volto del giocatore che, passato lo spavento, non dice una parola e continua a giocare.
E fa bene. Perché al 75' raccoglie una delle tante perle regalate da Leo Messi ai compagni e piazza un piattone che spacca la partita a favore dei catalani. E' un gol importante, ma soprattutto è il suo primo gol con la divisa blaugrana.


Abidal si ritaglia così la sua serata di grazia, cornice di un quadro che raccoglie le tante prestazioni importanti che sta collezionando quest'anno. E di mugolii sul suo conto pian piano se ne sentono sempre meno.
Merito del lavoro, della serietà di chi fa il suo dovere in silenzio, ma senza tirarsi mai indietro. Di chi per tutta la vita resta lontano dalle luci della ribalta, regalandosi solo per una volta una grande giornata da protagonista.
Proprio come succede a tante persone normali. Proprio com'è successo ad Eric Abidal.


(In questa foto Abidal mentre tenta, inutilmente, di far crescere il compagno Bojan Krkic)

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