domenica 8 maggio 2011

I SEGRETI DEL MILAN NEL CAMPIONATO DELLA NOIA

Eccola, sento l'adrenalina che defluisce pian piano tra una vittoria scontata che viene e una sconfitta all'ultima spiaggia che va. Siamo agli sgoccioli della stagione, tiriamo le somme e cerchiamo di dare un senso un po' più generale  alle giornate, agli episodi e alle emozioni vissute, sparpagliate qua e là come le risse in una partita del Real Madrid.

Quando finisce il campionato in fin dei conti si è sempre un po' tristi.
Quando finisce un campionato però, sia chiaro, non quando finisce la nostra serie A. Parliamo di due cose diverse. Il nostro non è un campionato, è un circo triste. E quando finisce, perché ormai è pressoché tutto deciso anche se ufficialmente mancano ancora due giornate, io non posso far altro che rallegrarmi.
Questa è stata una stagione a dir poco terribile. C'è stato un gran numero di partite in cui davvero sarebbe stato più divertente tagliarsi le vene e fare una gara di velocità tra i rivoli di sangue. "Perché cazzo le hai viste?", mi chiederete voi allora. Ed io vi rispondo: se non le avessi guardate, come avrei potuto scriverlo sto post adesso, geni?!

Vediamo un po'. Ha vinto lo scudetto il Milan. "E sticazzi!?" mi sembra la risposta adatta alla domanda. Ma anche se non era una domanda, va bene lo stesso.
Ha vinto la squadra più forte, o se non altro sicuramente quella con più analfabeti, da Gattuso a Cassano, passando per Van Bommel (si beh conosco l'olandese, cazzo volete?!..); ha vinto la squadra che lo ha meritato, come si dice in questi casi quando non si ha nulla di più intelligente da dire o quando si è Massimo Mauro; ha vinto la squadra più continua e più solida, direbbe uno che vuole farsi figo con termini vacui che servono solo a riempire quei servizi di "Studio Sport" con cui incarto tanto bene il pesce.
Ha vinto la squadra con più giocatori, direi io. Si certo si tratta di giocatori validi, per carità, altrimenti in testa ci sarebbe stata anche la Juventus, che pure ne ha tanti di giocatori, tra cui però purtroppo per loro molte pippe. Resta il fatto che il giovane (per le misure di questo paese) allenatore del Milan, Massimiliano Allegri, ha avuto un giocatore ogni qualvolta rischiava di restare scoperto un mezzo ruolo. E così è obiettivamente più facile, come insegnava la storia proprio col Milan di Fabio Capello, che a inizio anni '90 poteva contare su due potenziali squadre di grandi campioni, i quali spesso neanche sapevano di giocare nella stessa squadra.


Dunque se c'è una dote che non si può non riconoscere a questo Milan, questa è proprio la completezza. Niente ruoli scoperti. Niente lacune. Alcuni esempi:


 - Mancava un diacono? Ecco Nicola Legrottaglie! Non credo abbia mai giocato col Milan, e se l'ha fatto lo sanno solo lui e dio. Davvero... Eppure sabato sera è stato uno dei primi a schizzare dalla panchina per festeggiare il tricolore. Credevo che in certe religioni contasse anche un minimo senso del pudore. Forse lui crede di aver contribuito pesantemente con le sue preghiere. Le stesse che facevano i tifosi del Milan sperando di non ritrovarselo mai in campo.


 - Serviva un turista per caso capitato nello stadio per prendersi gli immeritati demeriti di una sconfitta? Ecco Marco Amelia! Con l'aria di chi s'è fatto fregare i cerchioni dell'auto e resta in giro a cercarli, vaga per la stagione rossonera collezionando 7 presente e 12 gol subiti. Ah si, è vero: vi dovevo ricordare che Amelia è un portiere...


 - Necessitava Allegri di un terzino per una serata perché Zambrotta era ancora infortunato e Antonini il lunedì non può giocare essendo di turno al pub? Ecco Marek Jankulovski, 72 minuti contro il Napoli a San Siro e forse una scommessa con Allegri: se riesci a farmi giocare più di un'ora contro la seconda in classifica e vinciamo lo stesso lo scudetto, tu sei un mago! Qua la mano mister, scommessa vinta..


 - Occorreva al Milan un parrucchiere con l'hobby dei festeggiamenti alcolici? Ecco Massimo Oddo da Pescara, che si ritrova ogni tanto a giocare ancora qualche partita solo per scontare una vecchia condanna per un orrendo taglio di capelli; condanna che gli fu poi commutata in 300 minuti di servizi sociali da svolgere sulla fascia destra del Milan.


 - Serviva una controfigura di Abate per le scene più pericolose? Ecco il  giovanissimo Alexander Merkel!


 - E infine serviva un olandese di colore con le treccine (che poi però se l'è tagliate), perché il Milan non può vincere uno scudetto senza uno di colore con le treccine, anche se poi se l'è tagliate? Ecco Urby Emanuelson! Il vero segreto di questo scudetto del Milan. Anzi, più segreti di così si muore...


(Una foto di Barbara Berlusconi e Pato, per dimostrare che a noi del gossip non interessa nulla)

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