lunedì 18 giugno 2018

Questi grandissimi Mondiali 2018: da Egitto-Uruguay a Brasile-Svizzera e cos' e cos'

Sono stati giorni un po' complicati dal punto di vista calcistico, fisico e contributivo. Insomma ho lavorato, ma non sono stato realmente assunto. Ho sudato tanto, ma non ho fatto davvero sport. Ho pensato a cosa stesse accadendo ai Mondiali in Russia, ma senza guardare neanche una partita tra venerdì, sabato e domenica, tranne Egitto-Uruguay e Francia-Australia.
Ringrazio Alfonso per il contributo a questo post da cui, ovviamente, non avrete alcuna informazione utile.

gruppo A: EGITTO-URUGUAY 0-1
Ekaterinburg Arena (Ekaterinburg), 15 giugno

L'Uruguay mi fa "sangue", come direbbe Claudia Gerini se avesse un programma stile "Buffa racconta". Ed anche se questa Celeste, forte qualitativamente, non è la più carismatica che io ricordi, porta sempre e comunque in campo una tale voglia molesta di vincere da far passare qualsiasi altra considerazione in secondo piano perché alla fine ti viene da pensare: se la meritano, sono fatti per gioire, né troppo chiassosi né troppo sobri, vogliono soltanto ciò che credono di essersi guadagnati.
E quando vedi Oscar Washington Tabarez, 71 anni e una neuropatia cronaca dentro il corpo, saltare al gol vittoria di Gimenez all'89', lanciando via la stampella come se non avesse bisogno più di nulla al mondo, non riesci a fare a meno di gioire.
Su un degnissimo Egitto poco da dire, se non che la carriera di Hector Cuper comincia a somigliare alla parabola politica di Pierluigi Bersani.

highlights (gol a 44:45)


tabellino


intervallo



gruppo B: MAROCCO-IRAN 0-1
Stadio San Pietroburgo (San Pietroburgo), 15 giugno

Non l'ho vista, non l'ho sentita, non so nulla. Però mi chiedo: che cazzo di fine ha fatto Ahmadinejad?

la foto della partita



gruppo B: PORTOGALLO-SPAGNA 3-3
Stadio Olimpico Fisht (Sochi), 15 giugno

Pare sia stata una bellissima partita, piena di belle giocate, errori clamorosi, capovolgimenti, gol di Cristiano Ronaldo. Ed io quella sera faticavo ad aprire Whatsapp...
Una sola richiesta: la questione "CR7 è il più forte di oggi/domani/sempre" lasciamola per quando avrà finito la carriera. Ora limitiamoci a goderne le prodezze. Non siete mica tutti Mario Sconcerti.

highlights


tabellino


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gruppo C: FRANCIA-AUSTRALIA 2-1
Kazan Arena (Kazan), 16 giugno

“Technologic”, suonavano i francesi Daft Punk nel 2005, sette anni dopo il primo golden goal della storia dei Mondiali segnato da Laurent Blanc contro il Paraguay. A Russia 2018 è ritorno al futuro per una Francia senza leader: Benzema e Martial lasciati a casa, e Umtiti non è certo Blanc.
Se la squadra di Deschamps non stecca l'esordio, lo deve principalmente alla tecnologia. L'1-0 di Griezmann al 58' arriva con la prima chiamata mondiale (anche questa molto golden) del Var: rigore, trasformato dal “diavoletto” che pochi giorni fa ha giurato amore eterno all'Atletico Madrid.
La follia del centrale del Barcellona (pugno al pallone nella propria area di rigore), pochi minuti più tardi, rimette in partita un'Australia scorbutica e ordinata: segna Jedinak dal dischetto. I Socceroos nel primo tempo potevano addirittura chiudere avanti, se un riflesso felino di Lloris non avesse evitato il quasi autogol di un irriconoscibile Tolisso.
Ben schierata da van Marwijk, e dal genero van Bommel, l'Australia ci prova seriamente, ma la prima (e unica) penetrazione in verticale di un deludente Pogba (pallonetto + goal line technology) toglie le castagne dal fuoco a monsieur Didier, che si prende i tre punti ma anche un mare di critiche. Giovedì prossimo, contro il Perù, a Deschamps e soci servirà qualcosa in più, oltre naturalmente al risultato, «to get lucky» verso il tabellone finale. Proprio come cantano i Daft.

highlights


tabellino



gruppo D: ARGENTINA-ISLANDA 1-1
Spartak Stadium (Mosca), 16 giugno

L'epica che avvolge la nazionale islandese mi fa più schifo del (non) gioco di questa Argentina.
Quanto a Messi, in fondo gli sono mancati solo un rigore, una punizione (come ne ha segnate tante) e un gol regalato dal portiere avversario per rispondere a CR7...
Indubbiamente Leo è in una fase della carriera che lo vede meno protagonista rispetto a come è (e a come ci ha) abituato, poi con l'Albiceleste sembra quasi scarico e disperso. Ma sfido a voi a trovare fiducia in una squadra messa in campo come l'Argentina di Sampaoli.

highlights


tabellino


gruppo C: PERÙ-DANIMARCA 0-1
 Mordovia Arena (Saransk), 16 giugno

Partita di cui ho visto a malapena il gol, e nemmeno lo ricordo, che però mi è tornata utile per scoprire come si ottiene la u accentata maiuscola: alt + 0217.

lavagna tattica del match



gruppo D: CROAZIA-NIGERIA 2-0
Arena Baltika (Kaliningrad), 16 giugno

Le immagini di questa gara le ho viste solo stamattina su YouTube, ma visto il commento in arabo non posso assicurare che non si trattasse invece della finale playoff di Serie C giocata a Pescara tra Siena e Cosenza.
Quindi vi beccate la giocata più bella di Siena-Cosenza 1-3: il tunnel del cosentino D'Orazio, alla Redondo, su Guerri.



gruppo E: COSTA RICA-SERBIA 0-1
Samara Arena (Samara), 17 giugno

Importantissima vittoria della Jugoslavia contro il Costa Rica, che è un po' la Jugoslavia del Centro America (scusate).
Il capolavoro di Kolarov dimostra ancora una volta, se ve ne fosse bisogno, che la tattica è variabile superflua se hai in campo un convertitore di punizioni gol.

highlights


tabellino


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gruppo F: GERMANIA-MESSICO 0-1
Stadio Luzhniki (Mosca), 17 giugno

Non avendola vista, e non potendomi esaltare con le azioni salienti sul tubo, mi limiterò a rimarcare l'assoluto prestigio del Messico nel rango delle nazionali più rompicoglioni, sportivamente parlando.
Un altro 17 giugno, ma del 1994, la Germania batteva con un gol ridicolo di Klinsmann un'altra squadra sudamericana in maglia verde, la Bolivia, nella gara d'apertura dei Mondiali statunitensi.

highlights


tabellino



gruppo E: BRASILE-SVIZZERA 1-1
Rostov Arena (Rostov sul Don), 17 giugno

Più o meno quanto ho scritto su Germania-Messico, con la differenza che la Svizzera mi sta proprio sul cazzo, soprattutto per la presenza di Lichtsteiner. In ogni caso il Brasile almeno non ha perso, dopo il gioiello di Coutinho e il pareggio di uno a caso.
E sempre restando in tema 1994, da un'idea di Stefano Accorsi, vorrei dire di non attaccare troppo i capelli di Neymar. Forse qualcuno non ricorda l'acconciatura dell'ex ct del Messico Miguel Herrera ai Mondiali americani, quando si spacciava ancora per calciatore:

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