giovedì 14 giugno 2018

Questi grandissimi Mondiali 2018: Russia-Arabia Saudita 5-0

Non sono abbastanza preparato per scrivere di questi Mondiali in Russia.
O forse questi Mondiali non sono abbastanza per me.
Spero di essere smentito.
L'attesa c'era, c'è tuttora, anche se gli anni passano.
Il fascino di un Mondiale però non sta solo in quello che potrà essere, ma anche in quello che è stato. Nel portato di ricordi e immagini, nel circuito di sensazioni legate alla pre/post-adolescenza, ossia il momento in cui tutto si vive con l'immedesimazione più irruenta e travolgente.

intervallo



gruppo a: RUSSIA-ARABIA SAUDITA 5-0 
Luzhniki Arena (Mosca)

Una partita che ha detto molto. Soprattutto bestemmie.
L'Arabia Saudita si regala il peggior passivo nella storia delle gare d'esordio al Mondiale, che è comunque sempre meglio che prendere bombe sulla testa come capita allo Yemen per colpa dei sauditi.
Vorrei evitare le soliti facile ironie sull'impronunciabilità dei nomi dei calciatori arabi. Tra i quali mi ha parecchio colpito il terzino sinistro, il numero 13 Al £**!1??_§, detto anche "il Marcelo delle nazionali scarse in maglia verde e con i calciatori dal nome impronunciabile".
Festa sobria, in tribuna d'onore, per il padrone di casa Vladimir Putin, ancora visibilmente devastato dai festeggiamenti per la coalizione legogrillina al governo.
Qualche attimo di paura soltanto all'inizio, quando hanno faticato a spiegare a Putin alcune regole del gioco. Il problema, poi si è capito, non era il gioco in sé ma proprio il concetto di regola.
Non ho seguito benissimo il primo tempo, ma i primi 15 minuti filati del secondo sono bastati a farmi realizzare la radice dell'errore: c'era poco filtro, in ciò che stava fumando Juan Antonio Pizzi quando ha deciso di diventare ct dell'Arabia Saudita.
Tra i russi si sono messi in mostra Golovin (due assist e un gol), Cheryshev (due gol), Kutepov (due orecchie che nemmeno Virginia Raggi.
tabellino

highlights


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