mercoledì 20 giugno 2018

Questi grandissimi Mondiali 2018: la Primavera araba del nostro scontento

gruppo B: PORTOGALLO-MAROCCO 1-0
Stadio Luzhniki (Mosca), 20 giugno

Il Portogallo ottiene il massimo con il minimo sforzo. E lo sforzo in questo caso è stato il mio di non spaccare la tv dopo aver visto almeno una trentina di volte i giocatori del Marocco arrivare sul fondo con buoni disimpegni e tornare poi puntualmente indietro rigiocando la sfera a centrocampo, invece di provare un cross dentro l'area avversaria, di mettere pressione ad una difesa, quella dei campioni d'Europa, tutt'altro che inattaccabile.
Il gol di Cristiano Ronaldo, al 4' di testa solo soletto in mezzo ai saggi difensori marocchini (perché in effetti che cazzo marchi uno che ha segnato soltanto alcune centinaia di reti in carriera), è il mattone su cui il Portogallo poggia la propria partita di contenimento condito da nulla assoluto.
L'altro mattone è negli scarpini di quasi tutti i nazionali nordafricani, tranne i fantasiosi Ziyech e Belhanda, tecnicamente validi ma molto meno concreti di tutta la carriera di Domenico Morfeo.
A mettersi in evidenza sono soprattutto William Carvalho per i lusitani, mediano aderente e fastidioso come una maglietta sudata d'estate; e l'esterno marocchino Amrabat, fiume in piena di scatti furiosi e contrasti vinti, con la spiacevole evidenza di due ciabatte al posto dei piedi.
Spiace per Benatia e compagni, che hanno palesato una buona organizzazione di gioco, ma in questi quattro anni possono provare a sperimentare l'ebrezza del gol nella porta nemica.
Nell'attesa avranno l'opportunità di ammirare la bellezza del loro piacente ct Hervé Renard.

le frasi che hanno fatto discutere



gruppo A: URUGUAY-ARABIA SAUDITA 1-0
Rostov Arena (Rostov sul Don), 20 giugno

Se il Marocco mi ha innervosito, l'Arabia Saudita mi ha proprio rovinato il pomeriggio.
Passi per il vantaggio regalato a Luis Suarez al 23' da un'uscita alla Scanzi del portiere saudita Al Owais (le uscite alla Scanzi sono quelle in cui immagini di dire qualcosa di importante e di farlo in grande stile, e invece hai pronunciato una puttanata sprecando parole a caso nell'aria e deteriorando ancor di più la tua già scarsa reputazione - che non c'entra nulla con la fama).
Passi comunque per la cagata sull'uno a zero decisivo; passi per il male che mi ha fatto rivedere in campo Al Shahrani e la sua maledetta somiglianza con Marcelo, che si esaurisce naturalmente nel momento in cui è costretto a provare di essere un calciatore; passi pure la pietà indotta da Al Jassim, strappatosi qualsiasi muscolo a fine primo tempo in un tentativo di dribbling nemmeno giustificato dal tasso alcolico.
Ma non tollero, non lo tollero, che l'Arabia Saudita contro l'Uruguay debba preoccuparsi di tenere il pallino del gioco e costruire una fitta rete di passaggi noiosi quanto una ricostruzione delle tangenti del '92 fatta da Di Pietro, invece di puntare in avanti, gettarsi all'attacco anche sconclusionato, infastidire la retroguardia avversaria (comunque molto forte). Fare un cross, uno solo! E se sei scarso, provare a farne allora qualcuno in più. Le probabilità potrebbero premiarti.
La squadra di Tabarez si accontenta e grazia più volte gli avventurieri del pallone guidati dal ct Pizzi, che a loro volta ci graziano facendosi eliminare da Russia 2018 e sparendo per almeno altri quattro anni (non vedrò di certo Arabia Saudita-Egitto).

video del gol partita o qualcosa di simile



gruppo B: IRAN-SPAGNA 0-1
Kazan Arena (Kazan), 20 giugno

Primo tempo non visto a causa di un doveroso tour al supermercato, dove ho potuto appurare che il melone giallo (o bianco) non è purtroppo più in offerta, dovendo quindi ripiegare su un più piccolo melone arancione (che scopro chiamarsi scientificamente "melone di Cantalupo") di varietà bio, al modico prezzo di 1 euro e 49.
Più o meno il valore della rosa dell'Iran, comunque protagonista di un'ottima prestazione.
Nella prima frazione, leggo dalle cronache, votata alla difesa ad oltranza, e comunque ultimamente con l'Iran c'è poco da scherzare; nel secondo tempo, invece, seguendo il teorema "se l'Italia ha battuto la Spagna con Eder e Pellé, noi un gol dobbiamo provare a farglielo", gli uomini di Queiroz hanno dato battaglia anche in fase offensiva, segnando pure una rete sfortunatamente annullata per fuorigioco con grande felicità di quel porco di Netanyahu.
A sublimare una serata amara, con il gol del panzer Diego Costa a sigillare una sconfitta che lascia però ancora aperti spiragli di qualificazione agli ottavi, ecco il gesto da giovane ribelle di Milad Mohammadi, che a pochi secondi dalla fine ha nelle mani la sfera della rimessa laterale da cui può scaturire l'ultima occasione per l'Iran e compie, nell'ordine, questo: gesto a indicare ai suoi compagni che lancerà una palla lunga in area - > bacio del pallone - > sguardo al cielo "Allah pensaci tu!" - > due passi in avanti - > tentativo di capriola - > perdita di equilibrio - > pallone che non supera la linea laterale - > ripensamento - > rimessa battuta placidamente indietro - > spaesamento generale -> fischio finale dell'arbitro - > epilogo alla Vincent Cassel in L'haine: «il problema non è la caduta, ma l'atterraggio».

highlights di una partita vinta con un gol di Costa


tabellino


Nessun commento:

Posta un commento

Sono permessi adulazione e scherno, a patto però di non commettere errori nell'uso dei verbi. Prego: