giovedì 28 giugno 2018

Questi grandissimi Mondiali 2018: la leva semplicistica dell'82


Si sono disputate le ultime quarantotto ore della fase a gironi di Russia 2018. Oggi è il primo giorno di riposo totale, per gli spettatori, dall'inizio del torneo; ossia il giorno in cui si comincia a prefigurare ciò che sarà un minuto dopo l'assegnazione della Coppa del Mondo. Chi ce l'ha tornerà alla propria vita anche nella fascia 16.00-22.00, e chi non ce l'ha proverà a ricavarsene una.
Nelle otto gare che hanno contribuito a disegnare lo schema degli ottavi di finale ne sono accadute di cose, a partire dalla notizia certamente più importante: che non è l'eliminazione della Germania ultima nel suo gruppo, bensì la scoperta della diatriba tra chi ha goduto spassionatamente della debacle crucca e chi invece ne ha disossato l'innocente euforia eversiva brandendo l'arma della mancata qualificazione italiana alla competizione. E chi se ne frega! Lo sappiamo bene che i Mondiali sono belli anche senza gli azzurri, ma non esiste nessun vizio di disonestà intellettuale nell'avere simpatie o antipatie verso le altre nazionali presenti. Nessuna infantile metafora politica, nessun macchiettistico senso di vendetta stile "Ci vediamo in spiaggia"... Semplicemente il piacere, quando capita, nel poter vedere sconfitti i favoriti. Rivediamo questo e (poco) altro.

(gruppo F) 27 giugno
Corea del Sud-Germania 2-0 / Messico-Svezia 0-3

Mentre la Svezia faceva inspiegabilmente a fette un Messico quasi spaventato e timoroso come se di fronte avesse Skoglund e Liedholm invece di Ekdal e Forsberg, molti giocatori della Corea del Sud erano impegnati nell'ormai nota attività di surplus agonistico finalizzato ad evitare la convocazione obbligatoria al servizio militare grazie ai meriti sportivi. E aver ridicolizzato Neuer rubandogli la palla nella metà campo di attacco della Germania, in un goffissimo dribbling tentato da uno che spesso dimentica di essere un portiere, beh è stata certamente una medaglia al valore sportivo.

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(gruppo E) 27 giugno
Serbia-Brasile 0-2 / Svizzera-Costa Rica 2-2

Inaspettatamente la Serbia va a casa, segno che fare i fighi alla prima partita del Mondiale può voler dire molto poco. Soprattutto se davanti Mitrovic è in stile Erjon Bogdani con la maglia del Chievo Verona. Così, mentre la Svizzera fa un po' di petting con il Costa Rica e si prepara ad un ottavo di finale non esattamente proibitivo contro gli svedesi, il Brasile di Neymar, e soprattutto di Coutinho, ricorda di essere una formazione che può prendere a pallonate chiunque.


(gruppo H) 28 giugno
Senegal-Colombia 0-1 / Giappone-Polonia 0-1

Il dramma del fair-play, qualsiasi cosa questo termine voglia dire, nella sua massima espressione. Non accadeva infatti dal 1982 che il continente africano sparisse completamente dalla Coppa del Mondo già nella fase a gironi (occasione in cui Pertini coniò lo storico motto social: «Quando un governo non fa ciò che vuole il popolo...continua la frase come vuoi tu»). Ultima vittima il Senegal: potenziale enorme e sprazzi di buon calcio nelle prime due gare, vanificati per intero in pochi minuti da un gol evitabilissimo dell'ormai difensore-bomber colombiano Yerry Mina e dal successo polacco sul Giappone a Volgograd, che ha reso ancor più ridicola l'eliminazione di Koulibaly e compagni. Costretti a pari punti e pari differenza reti e gol fatti nello scontro diretto, i nipponici hanno superato i senegalesi per le meno ammonizioni ricevute. Come se, tra due centometristi arrivati insieme sul traguardo, fosse premiato con la medaglia d'oro quello che ha corso meglio e ha sudato meno.

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(gruppo G) 28 giugno
Panama-Tunisia 1-2 / Inghilterra-Belgio 0-1

Serata utile solo ad eleggere chi, tra le già qualificate Inghilterra e Belgio, fosse pronto a caricarsi di rodimenti e recriminazioni per aver preferito, al primo posto nel girone e ad un ottavo di finale forse più agevole (Giappone), una parte di tabellone sulla carta meno complicata ma con nell'immediato un ottavo di finale decisamente più ostico (Colombia).

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