ovvero
GEKAS È IL FALLIMENTO DELLA DEMOCRAZIA
Tanto così, e adesso staremmo parlando di un'altra partita. Sarebbe bastato non far qualificare la Grecia. Ok, forse esagero. Ma chi ha visto la partita sa di cosa parlo, anche perché io non l'ho vista tutta e bene, anzi in alcuni momenti ho volutamente focalizzato l'attenzione fuori dallo schermo, dove sicuramente avrei trovato qualche palla tirata dai quei piedi formato famiglia dei nazionali greci.
Katsouranis, Maniatis, Salpingidis: mai visti nel centrocampo di una squadra al Mondiale così tanti nomi rubati all'elenco delle malattie; e lo spettacolo mostrato, pure quello è da trattamento sanitario.
Sì, lo so che voi parlereste piuttosto di quanto è forte la
Colombia quest'anno (anche perché gli altri anni neanche ci arrivava a sto punto); di quanto è imprendibile
James Rodriguez, che alle fine ha avuto pure la meritata gioia personale siglando il 3-0 con l'erotica complicità del portiere greco Karnezis, sdraiatosi morbido e inconsistente come un ciuffo di schiuma da barba; oppure di quanto è potente
Armero, che ha aperto la gara mimando poi nell'esultanza un balletto sulle note di "Geordie" di Babry Ponte; o forse di come sembra non sentirsi la mancanza di
Falcao, visto che per riempire il suo posto in panchina usano il pene di
Ibarbo.
Invece mi sento costretto a rimarcare come, anche il più fortunato e schizofrenico degli allenatori, non possa far nulla quando, nell'unica volta in cui si trova solo davanti alla porta non in fuorigioco, il suo attaccante di riferimento, l'ex trapezista scoordinato
Gekas, riesce nell'impresa di mandare la palla di testa contro la traversa anche se sarebbe più facile segnare pure con un conato di vomito casuale dopo aver mangiato qualcosa a base di carboidrati.
L'altro gol dei colombiani è di Teofilo Gutierrez; per gli amici, Teo; per chi s'era giocato "under", uno stronzo.
Hakuna Zapata
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