domenica 15 giugno 2014

WarCup '14: SVIZZERA-ECUADOR 2-1

SVIZZERA-ECUADOR 2-1
ovvero
DIMMI CHE COGNOME HAI, E NEL DUBBIO DIRO' CHE SEI SVIZZERO

Svizzera - Ecuador, Svizzera, Ecuador, Svizzera. Ecuador. Due modi opposti di non capire nulla di calcio e sopratutto di intendere la globalizzazione: gli svizzeri hanno importato nella rosa titolare nomi come Shaqiri, Xhaka o Mehmedi, per questo d'ora in poi chiameremo IRAN la formazione allenata da Hitzfeld; dal Paese di Quito invece se ne sono andati tutti i mulatti e gli unici ecuadoregni rimasti sono quelli più scuri, scurissimi, una squadra giamaicana di bob, per questo li chiameremo con nomi random particolarmente evocativi della loro negritudine.
Che i JACKSONS FIVE non abbiano nessuna intenzione di passare il girone si capisce sopratutto dai disimpegni del loro difensore Guagua, promettente centrale di 32 anni, da 12 a fine carriera, e tra gli autori della canzone cantata da Mina che apre i programmi della Rai. La difesa dell'Iran tuttavia è guidata da "neverending" Von Bergen, e infatti su una punizione da sinistra dormono proprio tutti e Valencia porta avanti, controvoglia, i sudamericani. Controvoglia, la reazione dell'Iran è lenta come il rientro dei nostri capitali dalla Svizzera e si concretizza con il pareggio a inizio della ripresa.

I QUATTRO SOTTOZERO accusano il colpo e calano vistosamente, tanto che Ziegler si monta la testa e, sull'onda dell'entusiasmo per una bella azione dei suoi compagni, chiede al mister di entrare. Il mister gli dice di no. Ma è solo il preludio allo scontatissimo epilogo di una partita che ha risposto come le altre alla più grande regola di Brasile 2014: non si può pareggiare.
Così nessuno dice ai ROBINSON che il recupero vale come tempo di gioco e all'Iran, vedendo scomparire gli avversari dal campo, basta allargare il gioco su Rodriguez che, con un cross brutto e basso, serve in mezzo una palla che gira pure male e che sbatte con violenza contro un Seferovic lanciato a 100 all'ora per colpa della pendenza del campo; la palla finisce casualmente all'incrocio. Diretta.it descrive così il vantaggio iraniano: «Questo è un gol che riguarderei ancora e ancora. Haris Seferović mette una perla all'incorcio dei pali sinistro dopo un bel cross. Davvero superlativo». Mah. Comunque festa per le strade di Teheran.

(da Ligas)


Altolà a Schengen

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