mercoledì 25 giugno 2014

WarCup '14: ITALIA-URUGUAY 0-1

ITALIA-URUGUAY 0-1
ovvero
LA MIA LIBERTA' INIZIA DOVE FINISCE IL TUO MONDIALE

Mi manca.
Mi manca poter immaginare come sarebbe stato se quella magica traiettoria di Roberto Baggio fosse entrata, invece di superare zoccola e infida l'incrocio dei pali di quel portatore sano di culo che era Barhez.
Mi manca poter fingere di ricordarmi dove avrebbero portato me, ancora piccolo bimbo già ipnotizzato da quella palla presa a calci sul verde, se quel cervo di Zenga non avesse scambiato Caniggia per Heather Parisi, provando ad abbracciarlo invece di prendere quella palla poi finita nel sacco, e addio Olimpico, addio finalissima.
Mi manca poter maledire la traversa di Di Biagio, ancora contro Barthez, contro la Francia nello stadio di Francia.
Mi manca poter sognare quella finale del '70 all'Azteca di Città del Messico giocata con un giorno in più di riposo, anche se di fronte avremmo avuto sempre e comunque il Brasile più forte di sempre, forse la squadra più forte di sempre.
Mi manca poter ipotizzare cosa avrei fatto nelle estati argentine del '78, se Zoff avesse visto almeno uno dei quattro tiri partiti da distanze siderali che ci costrinsero al quarto posto.
Mi manca poter inventare un'altra difesa azzurra rispetto a quella che nel 2002 trasformò i sudcoreani in spietati animali d'area, contemporaneamente alle furbate di quello stupido maiale di Byron Moreno.
Mi manca poter pensare alle lacrime scese dopo che ancora lui, il Divin Codino, Roberto, il giocatore italiano più forte degli ultimi cinquant'anni, calciò l'ultimo infame rigore di Los Angeles del 1994, lì dove solo le gambe martoriate di un campione immenso potevano riuscire.
Mi manca poter pensare a quando la responsabilità delle sconfitte dell'Italia erano le giocate dei giocatori dell'Italia, le scelte, le sfortune, la mancanza di coraggio, gli errori, il destino.
Non la penuria, di sentimenti e movimenti. Non l'alibi continuato tanto da farlo pensare premeditato. Non l'assenza evidente di una tensione agguerrita, ostinata, lucidamente violenta.
Facciamo schifo. Due parole, non mezza di più, due semplici parole per dire una cosa sola: che mi manca quando in Italia il calcio prima si viveva, poi si giocava, e solo alla fine si guardava.


"Sentiamo puzza di cessi,
sono Muslera e Gargano,
bastardo uruguaianoo!
Bastardo uruguaianoo!"

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